
La chiave di Sol

La cupola di san Pietro
La sincerità degli intenti è sempre importante, soprattutto quando bisogna fermarsi ad ascoltare se stessi e fare pace con la nostra anima.
Ci sono momenti in cui bisogna fermarsi ad ascoltare se stessi e gli altri. Ci sono tante cose da fare, ognuna delle quali urgenti e irrinunciabili, ma bisogna pur prendersi un momento nel quale riordinare il tumulto della propria coscienza. Siamo soggetti a grandi accelerazioni e molto spesso ci sentiamo inadeguati rispetto alla mole di lavoro alla quale siamo sottoposti, ma dobbiamo trovare la forza di una sosta che ci riappacifichi con la nostra anima, altrimenti corriamo il rischio di vivere una vita colma di illusioni, nella quale perdere di vista gli aspetti essenziali che ci rendono umani.
La Psicologia dello Yoga mi ha aiutato molto ed ora sono consapevole di avere un’anima, naturalmente è indimostrabile, ma mentre sto scrivendo mi accorgo di averlo sempre saputo, ed è sempre stato normale percepire la sua frequenza ed il sostegno che è in grado di donare in ogni istante. A questa nota ho dato vari nomi ed abbinato sensazioni diverse, ma il tutto ha sempre avuto un denominatore comune capace di donare quiete e fiducia nel prossimo.
Questo contatto con l’anima, che non è mai venuto meno, potrà raffinarsi con la pratica meditativa che renderà coerente la nostra coscienza. La meditazione attraverso il Raja yoga favorirà la disciplina e con essa la costruzione di una mente in grado di discriminare, in luogo di un emotivo che diverrà sempre più distaccato. Naturalmente dipenderà dalla natura della singola coscienza, ma credo che ognuno di noi sia in grado di controllare un poco la propria natura emotiva e stabilire un contatto, seppur minimo, con uno spazio del proprio essere nel quale ritrovare il giusto equilibrio.
Vi confesso che ho cominciato a leggere il Vangelo dopo aver cominciato a meditare, riconoscendo nel percorso del Maestro Gesù che incarnava il Cristo il Sentiero che ogni essere umano, prima o poi, dovrà compiere. Inoltre sono sempre più sicuro del fatto che in ogni momento viviamo in “piccolo” i grandi momenti che il Vangelo ci racconta dalla nascita a Betlemme fino all’ascensione al Cielo. Dove voglio arrivare? Semplicemente al fatto che, come il Maestro Gesù aveva necessità di “isolarsi” avendo bisogno di parlare con il Padre suo, lo stesso vale per noi umani che abbiamo bisogno di alzare gli occhi al cielo e di tuffarci all’interno del nostro essere per contattare una parte della nostra coscienza nella quale ristorarci.
In entrambi i casi l’immersione nella materia da parte dell’anima diventa difficile da sostenere, o meglio, sono i veicoli stessi della personalità (fisico/eterico, astrale e mentale) che hanno bisogno di riposo essendo sollecitati da una frequenza più elevata che, con il proprio amore, non impone mai oltre le reali possibilità degli spazi di coscienza nei quali s’immerge. E siamo giunti al punto cruciale di questo articolo.
Sarebbe un notevole passo avanti saper riconoscere il bisogno di essere nutriti dall’ascolto, sarebbe cedevolezza e fiducia nella vita, merce rara alla quale sapremo dare il giusto valore lungo il nostro cammino verso le vette della nostra coscienza. Direte a questo punto: ma la sincerità degli intenti, che è il titolo di questo articolo, che cosa c’entra e soprattutto a cosa serve e come si applica? Un po’ di pazienza e ci arrivo. Immaginiamo che siete stanchi e tesi, naturalmente è solo un esempio di fantascienza e non riguarda voi, ma fate comunque uno sforzo a fini didattici. Come in una pubblicità di tanti anni fa, provate a fermare il mondo e, desiderando di scendere, cercate di modificare il vostro umore e di conseguenza la vostra condizione fisica. Naturalmente è difficile e qui entra in gioco la sincerità degli intenti.
Pur con i propri limiti bisogna desiderare di stare bene e soprattutto assumersene la responsabilità. Bisogna essere sinceri con se stessi e non ululare verso il cielo chissà quali rimostranze verso una vita che non corrisponde alle nostre aspettative. La sincera disponibilità a cambiare il proprio stato significa creare un canale privilegiato che ci collega alla nostra anima. La sincerità degli intenti non passa mai inosservata da parte del Regno dei Cieli che tiene conto di una legge esoterica: “aiutati che il ciel t’aiuta“.
Molte volte, pur desiderando di stare bene, ciò non accade, ma niente paura, seminare non significa raccogliere immediatamente i frutti del nostro sforzo, state sicuri che ogni semina non va mai perduta. Naturalmente si potrà migliorare, siate quindi sinceri con voi stessi riconoscendovi dei limiti, cercando di vivere le vostre imperfezioni, guardando avanti con fiducia il cammino che si staglia oltre il vostro mondo conosciuto.
La sincerità degli intenti appartiene alla nostra anima e non alla personalità, la quale cerca mille scusanti alla propria imperfezione. Dobbiamo desiderare il cambiamento ed avere fiducia che ciò avvenga in ogni momento. Molto spesso non ce ne accorgiamo quando, goccia dopo goccia, il vaso colmo tracima, dando importanza solo al culmine di una esperienza che rompe gli argini. Invece ogni momento concorre al cambiamento e vivere con sincera disponibilità a migliorarsi non potrà che accelerare un processo di liberazione… in tutta sincerità.
Per meglio approfondire questo e altri argomenti vi consiglio la sezione Psicologia dello Yoga del portale della consapevolezza Yoga, Vita e Salute https://www.yogavitaesalute.it/
Graziano Fornaciari