
Pace e Amore nei rapporti umani: una possibilità divina.

Il Natale e i suoi simboli – seconda parte
ll Natale non si applica solo ai Cristiani, ma a tutti gli esseri umani. Facciamo sorgere la Luce del Natale grazie alla nostra volontà di far bene.
Il Natale rappresenta la possiblità di prendere contatto con l’archetipo dell’amore.
Si possono considerare tre grandi caratteristiche distintive della nostra epoca, del Zeitgeist (spirito dei tempi) presente:
- Espansione e trasformazione qualitativa della nostra coscienza.
- Ricerca di sintesi tra scienza e Tradizioni sacre.
- Riscoperta ed esplorazione sistematica della Natura in profondità e in altezza – non solo nel senso orizzontale dell’approccio classificatorio – così come delle funzioni e del significato dei Misteri e dei Miti. Interrogazione sulle Immagini, sui Simboli, Archetipi e Riti. Questi ultimi essendo intesi come replica e “imitazione microcosmica consapevole di una realtà macrocosmica” (T. Dethlefsen), non riduttivamente come formale esecuzione di una consuetudine cerimoniale.
Il linguaggio che adoperiamo in un contesto del genere deve essere funzionale all’intento che ci proponiamo:
- Nel linguaggio di tutti i giorni impieghiamo parole per esprimere pensieri e sentimenti.
- Nel linguaggio della scienza si utilizzano concetti per esprimere pensieri ed idee.
- Il linguaggio di poesia, religione e tradizioni sacre si avvale in aggiunta di simboli per esprimere pensieri, sentimenti e intuizioni. Quindi grazie ai simboli, e alla loro funzione di riunire, di “mettere insieme”, si attivano i processi intuitivi e di trasformazione della propria coscienza in senso positivo e costruttivo. Non a caso symbolon è l’opposto di dyabolon, che separa, che divide, apportando confusione e disarmonia.
Quanto poco di astratto e molto di concreto ci sia in questo assunto, basta per es. considerare come l’opposizione simbolico-diabolico si situi sull’asse etico delle relazioni umane. E se invece volessimo mettere l’accento sulla funzione evocatrice di certe immagini, potremmo a buon diritto recitare i versi della poesia SEA FEVER di J. Masefield ed impregnarci del suo senso e della sua tensione emozionale.
Ma bisogna prima renderci conto – ai fini di una corretta impostazione del tema – che ogni simbolo contiene una “trinità “ celata nella sua natura: un corpo, la parola o il glifo, che è la sola parte trasmissibile, insieme ad alcune sue interpretazioni, più o meno superficiali, da una persona all’altra o da una generazione all’altra.
Un’anima, la sua interpretazione, che emerge singolarmente da ogni essere senziente in ragione della sua sensibilità, e che deve essere sviluppata e maturata da ciascuno in proporzione ai suoi sforzi, prima di potere essere applicata alla sua conoscenza e alla sua vita.
Uno spirito, che è il tesoro immodificabile nascosto nell’archetipo che si esprime attraverso quel simbolo, e che sarà appannaggio, quale novello Graal, di colui che sarà pronto a riceverlo. Così le inesauribili corrispondenze del simbolo sfociano nel mare dell’infinito, moltiplicandosi con lo sbocciare della coscienza umana e applicandosi al Tutto.
Nel caso specifico del Natale, concediamoci la possibilità di trasformare tutta la serie di archetipi, di immagini, di simboli collegati a questo evento in un mandala integrato di una delle maggiori realizzazioni psico-spirituali dell’essere umano. Senza attenzione e consapevolezza, non c’è avvenimento esterno degno di considerazione. “Se anche Cristo fosse nato mille volte a Betlemme, ma non nasce in me, allora è nato invano” (A. Silesius).
Tre premesse sono fondamentali a tale scopo:
- L’evento del Natale non si applica solo ai Cristiani, ma a tutti gli esseri umani – di qualsiasi religione e razza – che hanno raggiunto un certo livello di coscienza.
- La celebrazione non si riferisce ad un fatto avvenuto duemila anni fa, ma a qualcosa che deve accadere individualmente a ciascuno di noi, all’interno della nostra coscienza, quando saremo pronti.
- Lungi dall’essere un fatto compiuto o che avverrà in automatico, il sorgere della Luce del Natale può avvenire solo grazie ad un utilizzo cosciente di tutte le nostre facoltà e alla nostra volontà di far bene.
La parola inglese Christmas significa formare il Cristo, e Natale vuol dire appunto “formare, far nascere il Cristo dentro di sé”, quindi diventare potenzialmente un Cristo nel momento in cui la Luce della Scintilla Divina discende nella nostra personalità. La nascita di Gesù duemila anni fa è l’archetipo della nascita della coscienza spirituale nella nostra coscienza umana o, se volete, dell’allineamento del nostro “io” umano con il “sé” spirituale, ovvero ancora della discesa delle energie del superconscio nella sfera del nostro conscio. Modi diversi di esprimere uno stesso concetto.
Il momento di passaggio dal quarto regno, quello umano, al successivo, quello dei Cieli. Per essere più precisi, una nascita in quella dimensione. Una mutazione evolutiva pari almeno come importanza a quella del nucleo mentale che sorge nell’animale all’atto della sua individuazione come ego nel regno umano.
Lavorando sulle immagini del Natale, attraverso le fasi della Meditazione e della Contemplazione, abbiamo potestà di pervenire come atto finale al momento glorioso del lavoro teurgico. In cui, dapprima invocando e poi evocando, acquisiamo il potere di co-creare il nostro mondo, facendo scendere le energie divine nella materia. “E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi…” (Gv. 1,1 – 18). Esamineremo in un prossima puntata nel dettaglio i simboli e le immagini del Natale.
Bibliografia: Lo sviluppo dell’uomo nuovo – (Peter Roche de Coppens) – Ed. L’Età dell’Acquario –
Per leggere la seconda parte vi rimandiamo a questo link: https://www.yogavitaesalute.it/il-natale-e-i-suoi-simboli-seconda-parte/
Giorgio Minardo