
Rinascere alla vita

Sogni e incubi
Una specifica modalità di percorrere il sentiero spirituale è praticare lo yoga.
Ci occupiamo ancora di spiritualità cercando di approfondire il discorso e giungere a parlare di una specifica modalità di percorrere il sentiero spirituale: praticare lo yoga.
Partiamo col comprendere cosa intendiamo con “calcare il sentiero spirituale”. Tutti, chi prima chi dopo, si troveranno ad affrontare inevitabilmente questo percorso, proprio come ogni feto non può che andare incontro al proprio destino: venire al mondo dopo essersi naturalmente sviluppato.
Per tutti, per una questione di “maturità di coscienza”, arriva il momento di affrontare le eterne questioni legate all’esistenza e al senso della vita: anche se all’inizio in modo inconsapevole, l’aspirante (così è definito il “ricercatore”) è spinto sempre più verso il profondo della propria coscienza, “inspiegabilmente” attratto dalla dimensione interiore.
Il sentiero spirituale è questo viaggio interiore alla volta di risposte sempre più urgenti, perché non riuscire a comprendere il senso profondo del nostro passaggio sulla terra ci disorienta, ci fa sentire vulnerabili, superflui, fuori luogo e infelici. Nel procedere lungo il sentiero ci avviciniamo alla nostra vera essenza, recuperando così quella dimensione superiore e con essa la nostra ragion d’essere.
Progressivamente e con sforzo costante giungiamo a identificarci con la parte migliore di noi, la nostra anima, che da bambini conoscevamo come il nostro angelo custode. Ma questo col tempo, con l’applicazione e l’impegno necessari. La meta finale del nostro viaggio è la nostra realizzazione, vale a dire quella trasformazione alchemica, riferita da tutte le tradizioni esoteriche, che conduce all’unione tra la natura inferiore e quella superiore.
Solo attraverso un processo di crescita consapevole, che ci liberi da tutti gli aspetti negativi e distruttivi, possiamo diventare stabilmente, nella vita di tutti i giorni, una persona migliore (appagata, gioiosa, in sintonia con la vita e con gli altri, benevolente e quindi innocua).
La pratica dello yoga è lo strumento che accelera questo passaggio. Si dice che lo yoga sia la zattera che conduce dall’irreale al reale, dalle tenebre alla luce, dalla morte all’immortalità, ci consente cioè quel passaggio dal regno umano a quello dell’anima. Ma concretamente cosa vuol dire praticare lo yoga? Semplicemente andare incontro alla vita con consapevolezza , negli aspetti più ordinari ma al contempo impegnativi del quotidiano.
Le nostre giornate sono comunemente fatte di tensioni, lo sappiamo bene tutti per esperienza. C’è spesso una distanza tra quello che vorremmo e quello che invece riusciamo a realizzare. Gli ostacoli? Beh, possiamo dire che fondamentalmente quello che limita la nostra creatività è la mancanza di fiducia nei confronti della vita e degli altri, sono le paure: della vita, della morte, del giudizio, della responsabilità.
È esperienza comune che uno stato d’animo perturbante (ansia, irritazione, odio, rabbia etc.) condiziona il nostro giudizio, il nostro comportamento e le nostre relazioni, inquinando il nostro clima emotivo, generando disagio, disarmonia. Ci piacerebbe essere pazienti, ma di fronte alla “provocazione”, purtroppo, ci scappano i cavalli.
Vorremmo essere amorevoli e tolleranti, invece percepiamo insofferenza, per non dire disprezzo, nei confronti dell’antipatico e dello sgradevole. Ma se impariamo a mantenere l’attenzione sui nostri comportamenti, sui nostri pensieri, sui punti di maggiore afflizione e conflitto, impariamo a riconoscere i veri moventi delle nostre azioni: quelle forze inconsce che al di là della nostra volontà razionale, ci obbligano ad agire in modo distruttivo e che ci allontanano anziché avvicinarci alle nostre aspirazioni.
La conoscenza rende possibile la trasformazione: riconosci una tendenza distruttiva, invece di assecondarla seguendo meccanicamente l’impulso che provi, resisti al disagio che ciò ti provoca; così dai consapevolmente attenzione ed energia al tuo potenziale positivo che è inibito dai tuoi limiti.
Nel conflitto che si crea si riducono sempre più la costrizione e la schiavitù delle emozioni e pensieri negativi, mentre aumenta la nostra libertà di scegliere, arrivando a governare la nostra vita, anziché esserne governati. Solo a queste condizioni è possibile giungere ad amare anche i propri nemici e magari anche a porgere l’altra guancia.
Per approfondire questo e tanti altri argomenti vi rimandiamo al blog https://www.yogavitaesalute.it/blog/ del portale Yoga, Vita e Salute.
Anna Todisco