
Il tappeto volante

Fili invisibili
Quando diciamo di avere ragione ci isoliamo costruendo tutte le ragioni di questo mondo, ma poi? La vita è relazione e anche in questo caso non abbiamo scampo.
Non è facile andare oltre le proprie ragioni, ma facciamocene una di ragione, visto che non abbiamo scampo. Il problema è che pensiamo di poterla scampare costruendo, sulla base di questa percezione limitata, le nostre illusioni. La difficoltà emerge quando di queste ragioni ne facciamo un vessillo da sventolare, dichiarando che non arretreremo di un solo passo mantenendo la posizione. Naturalmente ci comporteremo in modo “accogliente”, ma solo perché riteniamo che l’altro, prima o poi, si convincerà delle nostre parole. Una volta scoperto che questo non potrà mai avvenire secondo le nostre modalità, ci inalbereremo furenti pronti ad incolpare il prossimo di lesa maestà.
Sono convinto, come più volte affermato da Massimo Rodolfi, che la ragione non esista: nel momento in cui si crea una separazione ditemi voi a che cosa serve avere ragione. Lo so, concettualmente è anche di facile comprensione ma metterlo in pratica è un’altra cosa, certamente dipeso dalle nostre paure che proiettiamo sugli altri, timorosi di ricevere ciò che vorremmo agire a nostra volta, voi che ne dite?
L’essere umano vive di istinti e le paure, molto spesso, prendono il sopravvento incolpando l’altro di ciò che sentiamo. A questo punto insorgono le ragioni, ci facciamo forti dietro le sbarre della nostra ignoranza ributtando all’esterno ciò che invece potrebbe liberarci. Quando abbiamo affermato con forza le nostre ragioni non capita anche a voi di avere la sensazione di essere in gabbia? Non è che ci poniamo in questa condizione per far vivere all’altro un senso di colpa che lo tenga impegnato e soprattutto distante, senza la possibilità di nuocere?
Mentre riflettete su queste parole vi confesso che gli articoli li faccio di getto, modificandoli solo nelle virgole e nelle punteggiature, perché anche la sintassi, ha le sue ragioni. La ritengo una prova importante, una vera e propria immersione dalla quale riemergere con maggiore consapevolezza. Posso dire che è vita vissuta e, come cito spesso, gli esempi non vado a prenderli tanto lontano, infatti, posso solo parlare della mia esperienza che è in divenire, per trovare la forza necessaria che mi permetta di sostare davanti all’ignoranza senza respingerne i limiti, dietro i quali si cela la possibilità di una maggiore presenza.
Finita questa digressione vorrei sottoporvi un esempio… magari fate parte di un gruppo di persone, familiare o di lavoro, e le vostre ragioni non vengono mai accolte, come la mettiamo in questo caso? E soprattutto quali reazioni suscita una situazione di questo genere? Naturalmente le vostre ragioni sono importanti, ma quello che vi ritorna è un disinteresse verso le vostre istanze che vi ferisce, situazione dove l’istinto tenderà a prendere il sopravvento adducendo molteplici ragioni per il vostro isolamento. Vi ricordate? La ragione non esiste soprattutto se produce separazione, condizione che crea l’insorgere della malattia sul piano fisico, conseguenza di forze che ristagnano principalmente nel piano astrale e quindi emotivo della nostra coscienza.
Isolandovi costruirete tutte le ragioni di questo mondo ma poi? La vita è relazione e anche in questo non abbiamo scampo, e aggiungo per fortuna, perché, altrimenti, non potremo mai sciogliere questa “cordata” che tiene unito il genere umano durante la sua scalata verso il vertice del proprio cuore. Lo so, l’altro non ci dà mai ragione, noi che apriamo così tanto il nostro cuore e riceviamo indifferenza malgrado i nostri sforzi. Lo so, gli altri non fanno mai abbastanza e, secondo le nostre ragioni, cercano di ottenere il massimo con il minimo sforzo a scapito degli altri. Lo so, gli altri sgomitano accecati dal desiderio di predominare facendovi sentire surclassati e messi da parte. Lo so, gli altri non si aprono mai, non comunicano la loro fragilità e non vi permettono di esprimere il vostro amore. Mi fermo qui, mi sembra sufficiente questo elenco che, se lo riterrete opportuno, potreste arricchire con la vostra esperienza.
La prossima volta che vi ritroverete in queste o altre situazioni cercate di ascoltare le vostre ragioni e quanto per voi siano veramente importanti ascoltando se valgono veramente la fatica che mettete in campo per proteggerle. Ascoltate se è meglio stare da soli con le proprie ragioni oppure se non valga la pena cercare un punto d’incontro richiamando ciò che unisce, condividendo le proprie paure per trasformarle in consapevolezza, facendole divenire punti d’attracco della vostra coscienza. Nella vita ci vuole coraggio supportato dalla capacità di discriminare, non esiste ragione che ci possa impedire di tendere la mano ponendo sul palmo della stessa il nostro cuore.
Spero che queste parole siano state d’aiuto, per quanto mi riguarda lo sono state dandomi la possibilità di comprendere meglio queste dinamiche perché non voglio ritrarmi dietro supposte ragioni spogliandomi della responsabilità del mio agire. Il mio sforzo va in questa direzione, anche se a volte il percorso è in salita, ma solo perché siamo in viaggio verso luoghi privilegiati della nostra coscienza che ci permetteranno di vedere meglio, viaggio che vale sempre la pena di vivere alla luce del sole, fieri anche dei propri limiti, che non sono solo un impedimento ai nostri obiettivi, ma una tutela nei confronti di tutto ciò che non siamo ancora in grado di visitare e sostenere.
Via il senso di inadeguatezza e le ragioni prevaricanti, facce della stessa medaglia che vorremmo sempre spendere come ci pare, ma fiducia in una Vita di cui siamo parte parte… facciamocene dunque una ragione.
Per leggere la prima parte di questo articolo vi rimandiamo a questo link: https://www.yogavitaesalute.it/ragione-prima-parte/
Graziano Fornaciari