I Veda e lo Yoga
Ramayana
Grazie ai Purana, testi sacri induisti, la società indiana è sopravvissuta senza disgregarsi alle invasioni e alle sommosse interne che l’hanno devastata.
Letteralmente “le cose antiche”, racconti del passato, miti e leggende tramandate dai tempi più antichi, i Purana sono autorevoli fonti della Smriti, i testi della tradizione; molti hindu li considerano Sruti, rivelazione divina, in quanto lo stesso Brahma li avrebbe recitati e comunicati all’umanità, ancora prima dei Veda.
E’ possibile che l’origine dei Purana sia nei racconti con cui i cantastorie intrattenevano coloro che partecipavano ai riti vedici pur senza avere parte attiva nell’officio. Sono redatti in un sanscrito di facile comprensione, forniscono spiegazioni semplici delle dottrine dei Veda e il loro ascolto è stato un tempo l’unico accesso alla conoscenza e ai principi religiosi di cui poteva disporre sia la popolazione non colta sia le classi inferiori, cui era vietato l’accesso ai Veda.
Antichi, nelle prime stesure quanto i Veda, esistenti ancor prima dei Veda nelle versioni orali, i Purana hanno visto, nei secoli, la continua aggiunta di contenuti che, se da un lato hanno influito sulla purezza del testo, dall’altro li hanno resi più vicini ai devoti. Sono considerati “i salvatori dell’induismo”, perché hanno impedito la disgregazione della società indiana, nonostante le ripetute invasioni e sommosse interne e le hanno conferito la duttilità necessaria a preservare la religione e la cultura.
Contemplano tutti gli aspetti della vita, sia religiosa sia quotidiana: vi trovano riferimento tutte le pratiche religiose attuali, poiché riconoscono la necessità di molteplici, diversi approcci al Divino, tali da poter soddisfare la diversità dei temperamenti umani. Aspetto di grande universalità è nell’insegnamento monoteistico, che unisce in un’unità le divinità e proclama che l’adorazione dell’una o dell’altra sia unicamente frutto delle preferenze del devoto.
E’ tradizione vengano recitati durante festività pubbliche o familiari. Possederli, recitarli, farne dono in periodi particolari conferisce meriti, ricompense, accesso alla beatitudine e alla salvezza. Composti principalmente in versi, i vari testi hanno la struttura di un dialogo fra il narratore e i discepoli che fungono da portavoce delle domande dei devoti. Sono 36 raccolte, 18 Mahapurana o Purana maggiori e 18 Upapurana o Purana minori, una specie di enciclopedia religiosa delle varie correnti e sette dell’Induismo, risultato di un lungo periodo di raccolta e di successive aggiunte.
I Purana parlano della creazione del mondo, della sua ciclica distruzione e ri-creazione sia parziale, al termine di ogni giornata di Brahma, sia totale, alla sua morte; descrivono le età del mondo, la genealogia di dei, veggenti e patriarchi, parlano del ricorrente diluvio, durante il quale un Manu, ogni volta diverso, salva sulla sua arca i sette Veggenti vedici e i semi di tutti gli essere viventi, divenendo il progenitore della futura umanità, sulla quale regnerà fino al diluvio successivo.
Molto ci dicono sulla storia antica dell’India, basata principalmente su elenchi dinastici e sugli eventi accaduti nella vita dei re, di cui narrano storia e imprese, tutti risalenti a un antenato comune: Vaivasvata Manu, figlio di Surya, il dio Sole; in forma di profezie sono indicati elenchi di re del futuro Kaliyuga. Vi si parla dei quattro scopi della vita, di riti religiosi, di pellegrinaggi, vi si descrivono paradisi e inferni: tutto quanto riguarda, ancora oggi, la vita religiosa indiana..
Dal punto di vista geografico, la Terra ha sette continenti (dvipa), circondati da sette oceani, contenenti acqua salata, succo di canna da zucchero, burro chiarificato, latte e acqua dolce. Posizione centrale è occupata dal Jambu dvipa, al cui centro si trova Meru, la montagna d’oro, da cui ha origine l’Himalaya e il subcontinente del Bharatavarsa, l’India, considerata karma bhumi, luogo d’azione, per coloro che aspiravano alla liberazione finale.
I Mahapurana sono stati divisi in Vaishnava, Shaiva e Shakta, perché celebrano come Essere Supremo Vishnu, Shiva oppure la Dea e sono i testi sacri di queste sette. Negli Upapurana sono celebrate altre divinità fra le quali Surya, il Sole e Ganesha, il dio dalla testa di elefante.
Tra i Vaishnava Purana dedicati al culto di Vishnu, i più popolari sono il Vishnu Purana, che tratta delle varie discese come avatara di Vishnu e il Bhagavatan, dedicato a Krishna, uno dei più popolari e amati avatara di Vishnu, e alle sue imprese. Gli Shaiva Purana sono dedicati al culto di Shiva, presentato con la sposa Parvati e i loro figli Skanda e Ganesha. Gli shakta considerano il Devipurana e il Markandeyapurana, di cui una parte è il Devi-mahatmya, centrato sull’adorazione della Dea come madre universale, la cui lettura è largamente diffusa fra gli hindu durante i giorni di Navaratri, la puja di Durga.
Per approfondire questo e altri argomenti vi rimandiamo alla sezione Scienza dello Yoga all’interno del portale della consapevolezza Yoga, Vita e Salute www.yogavitaesalute.it
Anna Shabalin