Sogni e simboli, l’aria – seconda parte
Quando sorge un pensiero contrario allo yoga
Non ci sono graduatorie di merito nei percorsi dello Spirito, bensì progressive espansioni di coscienza. Sia fatta la tua volontà per servire la vita.
Sappiamo bene che lo sviluppo e l’evoluzione della nostra coscienza si svolgono attraverso tappe diverse. Forse non facciamo molta fatica a riconoscere che ogni passo compiuto e ogni momento vissuto in siffatto percorso hanno una loro realtà che non è più quella di prima e non sarà quella di dopo, ma stentiamo a credere che ogni livello attraversato abbia una sua intrinseca verità a prescindere dal resto.
Soprattutto se poi dobbiamo riconoscere che ad ogni fase corrisponde un modello motivazionale e comportamentale ad essa funzionale e che in essa trova una sua giustificazione. Nulla così è giusto o sbagliato a priori, ma tale diventa se commisurato o meno al livello coscienziale del soggetto che pensa ed agisce. Se così è, ne consegue che ogni avanzamento sul sentiero della conoscenza non invalida il livello precedente ma lo contiene in sé come in un gioco di scatole cinesi.
Perché il nostro non sembri un ragionamento astratto, basti dire ad esempio che la concezione materialistica del mondo non è sbagliata, è solo limitata alla dimensione fisica, la quale peraltro costituisce solo una parte del Tutto in cui siamo immersi. Forti di queste considerazioni, adesso possiamo affrontare il discorso che ci riguarda senza il pregiudizio classificatorio di merito che spesso fa da corollario alle comuni riflessioni sui momenti diversi della coscienza umana.
“Sia fatta la tua volontà” è un’invocazione che a molti appare scontata, ma che noi siamo in grado di rivolgere al Padre Nostro solo giunti ad un certo punto del nostro percorso evolutivo, quando il sentiero del dolore e degli automatismi è stato già attraversato. Prima ci sono unicamente bestemmie, imprecazioni, recriminazioni, cieca sofferenza . Solo dopo avere imboccato il sentiero della prova e avere acquisito quel tanto di consapevolezza che deriva dall’esperienza vissuta, quando la percezione è ormai decisamente orientata al cambiamento, la creatura può sentire di rimettersi alla Volontà del Padre.
Dapprima con spirito di rassegnazione, non potendo fare altrimenti, poi con la sempre maggiore convinzione che il volere del Padre rappresenta il vissuto più giusto per lui in quel determinato momento, il soggetto non si ribella più al suo destino, ma cerca di adeguarvisi comprendendone le dinamiche. Il passo successivo, di fondamentale importanza, consiste nel favorirne addirittura la realizzazione, consci del fatto che in questo modo si operi al meglio per se stessi e per la vita in generale.
Quando questo avviene si è già pervenuti, quasi senza accorgersene, al 2° passo da noi enunciato, “Questa è la tua volontà”, in cui si riconoscono negli eventi, positivi o negativi che siano, i tratti di una logica superiore che agendo sotto l’egida della Legge d’Amore porta avanti nel modo migliore possibile le linee guida del nostro destino. A questo punto diviene pleonastica un’invocazione a che avvenga qualcosa, perché il soggetto sa che gli eventi che si succedono sono già i più giusti e i più adatti al momento che si attraversa. Piuttosto sarà sua cura sintonizzarsi sulle frequenze percepite onde coglierne il senso e la portata, e comportarsi di conseguenza.
Imboccato il sentiero del discepolato la creatura si trova a desiderare ardentemente di svolgere il suo compito nella Vita secondo i dettami del suo Maestro, ed allora, ed in progressione sempre maggiore, non solo si conforma al volere del Padre, ma lo ricerca in ogni circostanza, lo riconosce e lo porta nel mondo, contribuendo così alla realizzazione del piano divino su questa terra: “Ricerco la tua volontà e la porto nel mondo”.
Per certi versi i passi descritti si possono mettere in rapporto con le tre fasi alchemiche di NIGREDO – ALBEDO – RUBEDO. Nell’opera al nero il soggetto è impegnato in un grande lavoro di purificazione e di trasmutazione delle sue frequenze più basse, e in questa fase non può che invocare la Volontà superiore e cercare di sottomettersi ad essa. Nell’opera al bianco comincia a diventare spettatore attento della Realtà che lo circonda, i suoi piedi affondano ancora nel fango ma i suoi occhi si alzano al Cielo, i messaggi dai piani superiori gli arrivano sempre più chiari, riconosce quindi e accetta la Volontà di Dio per come gli si presenta. Nell’opera al rosso il soggetto si fa canale delle energie superiori per spiritualizzare la materia, compiendo in essenza il vero sacrificio (sacrum facere). In questa fase egli ricerca accuratamente la Volontà del Padre per portarla nel mondo.
Sarebbe del tutto sciocco e fuorviante stabilire delle graduatorie di merito in tutti questi passaggi. Ogni creatura esprime quel che è nelle possibilità del momento e non potrebbe essere altrimenti, il mosaico della Vita si compone di tanti tasselli, ognuno dei quali contribuisce con le sue peculiari caratteristiche a comporre il quadro d’insieme.
Un campo fiorito a primavera offre la visione di una miriade di fiori che si presentano a diversi livelli di sviluppo ed ognuno di essi ha qualcosa da offrire al nostro sguardo. Non solo non avrebbe senso alcuno catalogarli seguendo un criterio di bellezza e perfezione, ma addirittura si potrebbe ipotizzare che i fiori ancora in sboccio possano un domani rivelarci tesori di bellezza superiori a quelli offertici dai fiori che hanno già dispiegato i loro petali.
A riprova di ciò, concluderò questa mia discussione con una breve ma intensa preghiera, volta a sintetizzare i vari passaggi descritti: Padre sia fatta la tua volontà Dammi luce per comprenderla Dammi forza per adempierla Dammi calore per trasfondere nei fratelli questa luce e questa forza d’amore Che la tua volontà sia la mia volontà.
Per maggiori informazioni su questo e altri argomenti vi rimandiamo alla sezioni articoli del portale della consapevolezza Yoga, Vita e Salute https://www.yogavitaesalute.it/blog/
Giorgio Minardo
Immagine in evidenza proveniente da Wikipedia, l’enciclopedia libera: Discorso della montagna e guarigione del lebbroso affresco di Cosimo Rosselli e aiuti, realizzato tra il 1481 e il 1482 e facente parte della decorazione del registro mediano della Cappella Sistina in Vaticano.