
Il cambiamento e l’energia femminile

Il superamento degli ostacoli
Possiamo imparare a vivere esprimendo sempre più e sempre meglio la parte migliore del nostro essere. Questo processo lento e graduale altro non è che praticare lo yoga nella vita quotidiana.
Mentre riflettevo su come scrivere questo articolo mi è venuto in mente un vecchio LP di Francesco Guccini, da me tanto amato, intitolato “Stanze di vita quotidiana”. Era la metà degli anni “70 quando lo ascoltavo ed io ero un’adolescente inquieta alla ricerca del senso della vita, che tanto mi sfuggiva. Anzi, in realtà, avevo già netta la percezione che l’aspetto preponderante della vita fosse la pesantezza, la tribolazione, la sofferenza, e qui tra le parole dei brani trovavo una compiaciuta conferma.
I testi delle canzoni (una per tutte: La canzone della triste rinuncia) contenute nell’album esprimevano in modo encomiabile e disincantato quel “male di vivere”, intorno a cui concordano tanti grandi scrittori e poeti, ma anche comuni mortali. Tutti accomunati dalla sconfortante visione secondo la quale noi subiamo inesorabilmente l’inspiegabile irragionevolezza della vita, che va sempre in direzione diversa da dove vorremmo noi.
La vita: una lotta continua, e noi costretti a subire, rassegnati o recalcitranti. Gli eterni dilemmi, sempre gli stessi: il male, la miseria, il dolore, la morte, l’infelicità e noi vittime in balia di tanta precarietà. Anche Gautama Buddha è partito da qui per giungere, alla fine del suo sofferto cercare, ad una felice conclusione da lui sperimentata. La vita è sì sofferenza, ma è possibile imparare ad andare oltre la percezione dolorosa e viversi il bene e il bello intrinseco alla vita. Come dire che non sono le circostanze della vita a renderci infelici, ma il nostro atteggiamento verso di esse.
Cosa c’entra tutto questo con ciò che voglio proporre? Senza tanto incomodare il Buddha, la sua saggezza, la filosofia orientale, ma basandomi sulla mia personale esperienza, fatta di piccole e umili cose quotidiane, talvolta grandi e impegnative, desidero indicare nei vari articoli una prospettiva che si discosta totalmente da quella dalla quale sono partita. Infatti sono sempre di più convinta che è nelle nostre possibilità imparare a scegliere di orientare le nostre vite verso l’armonia, la piacevolezza, la dignità e il decoro.
Se ci “addestriamo”, e non senza difficoltà, possiamo riuscire ad essere delle belle e brave persone. (Non per obbedienza a determinati dettami religiosi. No, la religione non c’entra nulla. È questione di coscienza. Ma di questo avremo modo di parlare). Possiamo imparare a vivere meglio, rispettandoci e rispettando, costruendo più che distruggendo, esprimendo sempre più e sempre meglio la parte migliore del nostro essere.
Tutto ciò porta necessariamente con sé pace, gioia, appagamento. È ovvio che sto parlando di un processo lento e graduale, che altro non è che praticare lo yoga. Il ribaltamento essenziale della nostra visione che ne deriva passa attraverso la consapevolezza dell’essere attori nelle nostre vite e a nulla serve lamentarsi per quello che non ci piace. Sta a noi agire, attivarci per costruire la nostra vita in modo che sia soddisfacente e armoniosa.
E tutto ciò ha a che vedere con la spiritualità, che può estrinsecarsi esclusivamente calati nella dimensione quotidiana, nell’interazione con gli altri.
Anna Todisco