Riconoscimento degli ostacoli e valore dell’esperienza
Pasqua di Rinascita
L’inibizione porta a coltivare le illusioni e a tenere lontano la vita, comprese le esperienze in essa contenute.
Penso a come poter iniziare questo articolo che parla di inibizione e mi sovviene una frase che ho ascoltato molto tempo fa, frase che parlava delle fatiche che l’essere umano compie senza rendersi conto delle energie di cui dispone e che potrebbe utilizzare per portare a compimento le proprie azioni.
Certamente ognuno di noi ha avuto modo di trovarsi in questa condizione e di essere sospinto a vivere una inibizione, in particolare emotiva, davanti ad un evento che avrebbe portato in superficie le nostre paure più o meno profonde. Le paure sono espressione dei nostri limiti e i limiti fanno parte della vita, ma non dobbiamo percepirli negativamente perché essi hanno anche il compito di preservarci da ciò che non possiamo ancora affrontare.
I limiti sono, in ogni caso, fatti per essere superati e in ogni momento possiamo mettere in campo le forze necessarie per poterli valicare. Ma perché questo non accade frequentemente? Che cosa ci impedisce di colmare la distanza tra il dire e il fare? Perché inibiamo abilmente un’azione istintiva per metterne in atto un’altra che fa dell’adattamento e dell’accondiscendenza la sua ragion d’essere? Perché l’essere umano non si rende conto delle forze che lo sospingono ad agire, senza essere consapevole del fatto che in ogni momento è in grado di fare molto più di quello che le sue paure gli comunicano.
Così facendo il “vorrei ma non posso” tende a prevalere, e l’essere umano si identifica nell’ombra come descritto da Platone nel mito della caverna. Ci si sente inadeguati, mai completamente al posto giusto, le maschere fanno valere le loro illusorie ragioni e piano piano si scivola nel pantano delle proprie aspettative. Ciò che poteva essere abbracciato come esperienza, a poco a poco si allontana perché si preferisce indietreggiare. La distanza diventa sempre più difficile da colmare e la sfiducia con la sua insicurezza e il dubbio conseguente, si fa strada in modo arrogante e superbo. Questo atteggiamento ci porta nelle sabbie mobili e per paura di affondare ancora di più tendiamo a paralizzarci per cercare di impedire questo ineluttabile processo.
Non si sta bene in questa condizione, anzi si sta proprio male, la paura di soffrire si fa sentire con il suo pesante fardello da portare. Ma vi rendete conto che la paura di soffrire, contattando i propri limiti, porta a soffrire ancora di più? Un po’ come dire, voglio stare meglio ma trattengo il respiro, voglio essere felice ma inibisco tutto ciò che potrebbe aiutarmi a diventarlo. La conseguenza è il ritrarsi, fare della inibizione la ragion d’essere, negando le proprie qualità comunicando alla vita se è possibile che possa passare oltre. In ogni caso esiste sempre e comunque una via d’uscita e dipende da noi, da cosa siamo disposti a mettere in gioco, da cosa siamo disposti a cedere in funzione di ciò che vorremmo far entrare nella nostra vita.
Nella vita mi è capitato molte volte di trovarmi in situazioni dove la paura tendeva a prendere il sopravvento per convincermi a inibire le qualità che potevo esprimere. Per un po’ di tempo devo dire che non ha trovato particolari ostacoli soprattutto perché facevo ben poco per contrastarla. Ma ad un certo punto il peso di ciò che trattenevo è diventato insopportabile facendo intravedere possibilità che non potevo più ignorare. La vita, come si suol dire, tende a scavallare ad un certo punto e il piano inclinato che si crea conduce all’ineluttabilità del cambiamento.
Ma anche in questo caso la tendenza a puntare i piedi non si arresta di botto e le resistenze non mancano, bisogna dare uno strattone, un colpo di reni, applicando la volontà ma solo per recidere ciò che è già pronto per essere abbandonato, come un dente da latte che dondola da molto tempo e che può essere ruotato e leggermente tirato affinché si stacchi… e così può essere nelle nostre vite applicando quello che ascoltai in un film tanto tempo fa “Concediti, almeno una volta nella vita, venti secondi di imbarazzante spavalderia!“
Per approfondire l’argomento sono disponibili i corsi di meditazione a cura dell’associazione Atman presente su quasi tutto il territorio nazionale ed in Svizzera. I corsi, tenuti da insegnanti diplomati alla scuola Energheia, sono pubblicizzati con l’indicazione delle varie località in cui si tengono sulla pagina web: https://corsimeditazione.yogavitaesalute.it/corsi all’interno del portale della consapevolezza Yoga Vita e Salute.
Graziano Fornaciari