La letteratura dell’Induismo: I VEDA
Karma yoga
“L’Ayurveda si occupa della vita nella sua totalità, perciò sia il dolore sia la gioia sono aspetti importanti di questa scienza” (Vinod Verma).
L’Ayurveda, uno degli Upaveda (Veda minori) è sia la più antica scienza medica conosciuta, sia un sistema olistico di vita basato sul ritmo cosmico. A differenza della medicina allopatica, che si occupa della malattia e considera l’uomo una macchina di cui analizza e cura le singole parti, l’Ayurveda considera la vita nella sua interezza e integrità psico-fisica, strettamente interconnessa con il Tutto. Se ne parla nel Rig Veda e nell’Atharva Veda: la salute è considerata legata all’uso della forza dei poteri interiori, la malattia dipende dallo squilibrio delle energie vitali.
Secondo la tradizione, la scienza dell’Ayurveda fu creata da Brahma stesso contestualmente all’universo e trasmessa poi a Prajapati, il signore delle creature; gli dei ne fecero quindi dono agli uomini per il loro benessere e la loro felicità. Il testo cardine di cui disponiamo è il Caraka Samhita, dal nome del suo compilatore; nel corso del tempo molti altri testi sono comparsi, a testimonianza della continua evoluzione dell’Ayurveda, fino ai giorni nostri in cui la moderna ricerca scientifica si è orientata a individuare il fattore razionale delle terapie tradizionali.
Le basi filosofiche dell’Ayurveda sono nel Samkhya e nello Yoga, che a questo fornisce le tecniche. Secondo il Samkhya la realtà è costituita da Purusha, la Coscienza, e da Prakriti, la materia. Dalla loro relazione ha luogo l’intera manifestazione. La loro azione reciproca, il movimento cosmico, è karma. Il concetto di karma è fondamentale per comprendere l’Ayurveda, infatti la qualità e la durata della vita dipendono da due fattori: il karma che ci portiamo dalle vite precedenti e ciò che facciamo in questa vita. Il prevenire, se possibile, o comunque il prendersi cura dei problemi di salute che ci troviamo ad affrontare in questa vita, come conseguenza di un cattivo karma passato, possono migliorare le nostre condizioni e risolvere la malattia; il non prendersene cura porterà inevitabilmente alla cattiva salute, a una vita breve e all’infelicità.
Nell’essere umano, microcosmo che rispecchia il macrocosmo, Purusha è presente come Atman, principio eterno e immutabile, lo stesso in ogni essere vivente, Prakriti è presente con i cinque elementi, terra, acqua, fuoco, aria, etere, che si combinano in tre energie vitali, i tridosha: vata, pitta e kapha. Queste energie governano tutte le funzioni corporee e psico-spirituali, la predominanza dell’una o dell’altra è responsabile della variabilità degli esseri umani, per quanto riguarda sia il fisico sia la personalità.
Fattori ambientali, come il tempo e il clima, fattori individuali, quali l’età, i ritmi circadiani (sonno-veglia), la nutrizione e lo stato emozionale, e fattori contestuali, quali l’ambiente sociale e le relazioni, mutano costantemente la combinazione energetica.
Quando le tre energie sono bilanciate e il loro funzionamento è armonico si ha buona salute, fisica e mentale; lo squilibrio si traduce in malattia, depauperamento del fisico e disturbi della personalità legati a emozioni non elaborate, esperienze dolorose e conflitti irrisolti, nonché perdita del senso della propria identità e integrità e della propria interconnessione con il Tutto.
Curare significa ricercare la causa dello squilibrio e intervenire per ristabilire l’armonia: nel corpo – mente, nella personalità e nelle sue relazioni con il contesto sociale, culturale, spirituale e cosmico. Anche la terapia ayurvedica è sistemica: dieta, farmaci, stile e regole di via, meditazione.
Per approfondire l’argomento vi invitiamo a seguire la sezione “Scienza dello Yoga” a questa pagina web: https://www.yogavitaesalute.it/categoria/scienza-dello-yoga/ all’interno del portale della consapevolezza Yoga, Vita e Salute.
Anna Shabalin
Immagine di copertina presa da Wikipedia, l’enciclopedia libera raffigurante Dhanvantari, il dio dell’Ayurveda