Stavolta scelgo di andare in vacanza proprio con me
La Consapevolezza
Abbiamo bisogno di fare esperienza e di sperimentare l’attaccamento per capire come la vita si esprime sapendo che il distacco è sempre possibile.
Capita, ogni tanto, di vantarsi della propria libertà e di ritenersi al di sopra di ogni sospetto per quanto riguarda l’autonomia della nostra coscienza, pensando di essere indipendenti da qualsiasi forma di condizionamento. Il fatto è che, se anche fossimo scevri da ogni attaccamento esteriore, ipotesi peraltro abbastanza difficile, saremmo comunque sorpresi di ritrovarci ancora incollati a certe nostre abitudini interiori, come sclerotici automatismi di una coscienza tutt’altro che libera.
Che voglio dire? Che esistono angolini segreti in cui indugiamo senza avere il coraggio di una decisione nuova, incapaci di affrontare la vita a viso aperto e di spalancare le finestre per fare entrare il sole. Voglio dire che facciamo fatica ad abbandonare le postazioni consolidate, per quanto scomode e fuori moda, da cui osserviamo la vita passarci davanti senza neanche scomporci al pensiero che solo spostarci un po’ ci consentirebbe una ben migliore visione e partecipazione.
Difficile rinunciare alle proprie idee, alle proprie ragioni, alle proprie opinioni, ai propri consueti stati d’animo: è più difficile che rinunciare al proprio posto a tavola o sul divano. Senza contare l’affezione prolungata per tutto quello che abbiamo detto, fatto, visto, saputo, mentre stiracchiamo il nostro passato in un presente “alla memoria”.
Facciamo persino fatica a staccarci dalle nostre illusioni e dal bisogno di mentire a noi stessi. E poi l’attaccamento non ci riguarda? Da ragazza sorridevo ogni volta che uno dei miei cugini quando iniziava un lavoro esclamava allegramente ‘ttacca Zacchè! Beh, questo potrebbe essere un bel modo di cominciare a considerare la questione, solo col cuore della parola… come l’avvio di una nuova esperienza cui si va incontro con forza ed entusiasmo, senza sprecare un solo grammo di energia per rimanere appiccicati al passato o con lo sguardo volto indietro.
Ed ecco cosa dice il nostro buon Patanjali: “Distacco è libertà dalla bramosia per tutti gli oggetti di desiderio, siano essi terreni o tradizionali, di questo mondo o dell’altro”.* Con quattro parole è riuscito a dire quello che, per essere realizzato, ha bisogno di eoni di esperienza nei tre mondi della personalità, comprendendo anche creature e fatti dell’altro mondo.
Eh già! Perché il dolore della separazione può richiamare costantemente i nostri cari, legandoli con una forma di attaccamento che impedisce loro di proseguire nell’evoluzione che li attende. Ma anche da quest’altra parte del velo le cose non sono più semplici se diventa un’operazione titanica lasciar andare per la loro strada le persone che diciamo di amare, cominciando dai figli.
E quasi sempre l’operazione è di natura psicologica più che fisica. Distacco è libertà dalla bramosia, non è assenza di desiderio. E’ lecito desiderare il meglio ma è male perseverare nell’attaccamento a una situazione che non può insegnare altro. E ancora: “Il distacco perfetto ha per risultato l’esatta conoscenza dell’uomo spirituale libero dalle qualità o “guna”.”*
Ma questo lo potremo capire quando, ormai sazi dell’esperienza umana e della vita terrena, ne coglieremo i frutti nel regno dello spirito, assaporando la libertà scaturita dall’esatta conoscenza … come diceva Gesù: “La verità vi renderà liberi”.
* La luce dell’Anima, scienza ed effetti, libro I, sutra 15 e 16
Per approfondire l’argomento sono disponibili i corsi di meditazione a cura dell’associazione Atman presente su quasi tutto il territorio nazionale ed in Svizzera. I corsi, tenuti da insegnanti diplomati alla scuola Energheia, sono pubblicizzati con l’indicazione delle varie località in cui si tengono sulla pagina web: https://corsimeditazione.yogavitaesalute.it/corsi all’interno del portale della consapevolezza Yoga Vita e Salute.
Giovanna Spinelli