Come superare l’ansia con la respirazione
Come superare l’ansia con il suono, il colore e la forma
Secondo i Veda l’attaccamento al frutto dell’azione è la vera origine dei problemi degli uomini, al contrario l’appagamento produce beatitudine. Vediamo perché.
L’attaccamento al frutto dell’azione lo riconosci da quanto spasmodicamente cerchi di realizzare un desiderio. Sembra normale desiderare ardentemente qualcosa, ma in realtà è questione di karma.
Il karma annebbia la coscienza, crea illusioni che ti spingono ad agire, ma essendo annebbiato il risultato delle tue azioni è la sofferenza, vero obiettivo del karma che ha generato l’illusione iniziale.
Per rimuovere le illusioni devi prima diventarne consapevole, perché non puoi cambiare ciò che non conosci. Uno strumento estremamente efficace è l’ascolto di sé, che non è ragionare sui propri problemi, quello lo facciamo anche troppo, ma è osservare in modo distaccato l’esperienza dolorosa che stai vivendo, in tutte le sue dinamiche e da diversi punti di vista e senza giudizio.
Non vuol dire stare tutto il giorno a pensare ai propri problemi, perché se pensi troppo a una cosa finisci per alimentarla (“l’energia segue il pensiero”). La pratica consigliata nei corsi dell’associazione Atman è di dedicare 5 minuti al giorno all’ascolto di sé, dopodiché distogliere l’attenzione dal meccanismo e fare altro, magari meditare per “sviluppare il pensiero opposto” come suggerisce Patanjali (Patanjali yoga sutra. II, 33).
Questa pratica libera dalla tirannia del karma e apre al dharma, alla volontà del Sé più profondo, che sa esattamente quello che ti serve, perché sei Tu!
Affermare “sia fatta la Tua volontà” è la strada che ti porta a realizzare il massimo delle tue potenzialità. Può sembrare di dovere rinunciare ai desideri, mentre quello a cui rinunci è la sofferenza imposta dal karma, e così trovi la pace interiore… finalmente!
Non puoi controllare cosa arriverà? Meglio!!! Perché puoi ricevere molto di più di quello che la personalità limitata possa desiderare. Sentirai la grande differenza che c’è tra ciò che desideri e ciò che veramente è meglio per te.
A tale proposito racconto l’esperienza che ho vissuto a un corso di Massimo Rodolfi in cui commentava un unico sutra di Patanjali: “L’appagamento produce beatitudine”. Ricordo che fece una meditazione in cui semplicemente affermava qualcosa del tipo: “Aprite il vostro cuore e lasciate che la Vita vi pervada”.
Io, molto mentale e con una spiccata propensione al controllo, ho pensato immediatamente: ”Aprirmi alla Vita? Ma se poi mi arrivano delle sfighe?”, che tradotto in senso esoterico era: “… e se il mio karma non mi piace? Ho paura che mi accada qualcosa di doloroso, quindi cerco di controllare la vita in modo da evitare la sofferenza.”
Per fortuna è sorto immediatamente un nuovo pensiero: “Ma perché sfiga? Chi l’ha detto che mi deve arrivare un’esperienza spiacevole? Io mi apro… sia fatta la Tua volontà!” e in quel momento ho provato una sensazione bellissima, il cuore si è aperto ed è stato inondato di luce.
Ho provato una pace, un appagamento e una beatitudine incredibili, e in pochi giorni ho realizzato un desiderio che inseguivo da decenni, evidentemente in modo errato, perché lo volevo realizzare controllando la vita, cercando di dirigerla nella direzione che volevo io, o meglio il mio karma. Invece, quando ho abbandonato il controllo, la vita è fluita… finalmente! Grazie Massimo e grazie Patanjali per questi preziosi insegnamenti.
Non dico che sarà sempre così, che non avrai mai sofferenza, ma voglio portare l’attenzione su quante cose belle rischi di perdere se non ti apri. Il controllo limita la vita, mentre il “Sia fatta la Tua volontà” consente al vero Sé di liberare le Sue (e tue) enormi potenzialità, e questo produce gioia. Imparare ad accogliere e accettare la vita non è facile, ma sicuramente è possibile, e se fatto insieme è anche divertente.
Appagamento produce beatitudine; questo atteggiamento porta ad assaporare giorno dopo giorno nuovi aspetti della vita che non ti posso descrivere… bisogna provarli. E’ la metafora della torta: “Posso provare a spiegarti il gusto di una torta, ma se vuoi sentirlo veramente, dovrai mangiarla”.
Roberto Rovatti