La Baghavad Gita
Patanjali tra mito e realtà
La rotta verso l’isola è stata smarrita e la separatività è stata eretta a protezione della vita. Affidiamoci ai fondamenti dello yoga per ritrovare la Via.
In principio vi era oscurità nascosta da oscurità;
indistinguibile, tutto questo era acqua.
Ciò che era nascosto dal vuoto, l’Uno, venendo in essere,
sorse attraverso il potere dell’ardore.
In principio il desiderio venne prima di tutto,
che fu il primo seme della mente.
I saggi che cercavano nei loro cuori con saggezza
scoprirono il legame dell’esistente con il non-esistente.
(Rg Veda X 129)
Vi era un tempo in cui era visibile il cigno bianco. Era sorto dall’ondeggiare delle acque primordiali. Tale presenza favoriva il discernimento tra il bene e il male, tra l’eterno e l’effimero. La vita era scandita dal contatto con le forze profonde. Il fuoco alimentava i processi vitali e l’atto sacrificale ne affermava l’immanenza. La voce del sacerdote non invocava ciò che era già presente dall’inizio dei tempi, ma ne sanciva l’accordo perfetto.
In quel modo l’intenzione individuale veniva fatta propria dal macrocosmo. Il flusso della vita scorreva libero e possente come l’acqua di un torrente in autunno. Il fare quotidiano era reso sacro dall’austerità. Ciò sprigionava calore. Così veniva purificata l’acqua che scorreva nelle vene della terra. La forza dell’ardore (tapas) consente all’Uno di riconoscersi nel Tutto.
La nostra storia racconta di un’epoca dove il cigno bianco è stato sommerso dai flutti delle acque. La sua presenza non è visibile come una volta, e in molti se ne sono dimenticati. In questa epoca di tenebre la vita è percepita come densa e grossolana. La visione, affaticata dall’imbrunire, è divenuta poco lungimirante.
Così la rotta verso l’isola è stata smarrita e la separatività è stata eretta a protezione della vita. In questo modo la coscienza si è ritirata in alcune stanze ritenute sicure. Ciò interrompe il flusso della vita più ampia. Tuttavia il poeta, nelle sere d’inverno, al canto del fuoco narrando del palazzo del re adorno di ogni genere di ricchezza accende di desiderio chi cerca nel mondo.
Tutto ciò, forse, induce lo sguardo a penetrare ancor di più nelle pieghe della materia. Comunque la vita prepara la vita. L’antica fiamma non ha mai smesso di ardere. Alcuni se ne sono fatti custodi nelle stanze del loro cuore e la scintilla che ci ricorda da dove veniamo ci sospinge senza sosta a realizzare ciò che siamo.
L’essere umano è avvolto da una guaina di pensieri ed emozioni che lo tengono lontano dalla vita. Se la coscienza si identifica con aspetti superficiali come i pensieri, le emozioni e i sentimenti, invece di fluire in una attività coesa, si disperde in molti rivoli. In questo modo arresta lo slancio entro stante. I saggi ci esortano ad unire nel cuore l’aspirazione a conoscere e l’impulso dello Spirito a realizzare la Natura profonda.
Ciò si può conseguire seguendo le indicazioni date dagli Yogi. La pratica dello yoga favorisce la purificazione e l’unione delle forze presenti nella coscienza in modo che l’acqua divenuta luminosa possa riprendere la sua corsa verso l’oceano che accoglie il cigno bianco.
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Luca Tomberli