Il termine “fuoco” deriva dal termine latino focus che indicava in origine il focolare e a mano a mano sostituì, specie nell’ambito popolare, il termine ignis che possedeva il vero significato di fuoco. Secondo le ricostruzioni linguistiche sembra sia collegato al verbo latino foveo e al greco (phos) ossia luce.
Controllare il fuoco allo scopo di produrre luce e calore è stata una delle prime grandi conoscenze apprese dal genere umano. L’abilità del fuoco di generare luce e calore ha reso possibile migrazioni verso climi più freddi e ha dato agli uomini la possibilità di cuocere il cibo. I segnali prodotti con il fuoco – così come quelli ottenuti con il relativo fumo – furono un primitivo utilizzo del fuoco come mezzo di comunicazione. Il fuoco rese presto possibile la metallurgia.
L’archeologia indica che gli antenati dei moderni uomini come l’Homo erectus sembrerebbero avere imparato a controllare il fuoco circa 790.000 anni fa. Un sito archeologico del Sudafrica, una delle culle dell’umanità, ha evidenziato tracce di fuoco controllato risalenti a 1 milione di anni fa. Il controllo del fuoco prevede tre tappe: conservazione del fuoco, trasporto del fuoco, produzione del fuoco. Si suppone che il passaggio da una tappa all’altra abbia richiesto alcune decine di migliaia di anni.
L’uso del fuoco da parte degli esseri umani ci distingue dagli animali, che ne hanno terrore; l’uomo, invece l’ha dominato e l’ha usato per riscaldarsi, per illuminare le caverne dove viveva in comunità, per cuocere i cibi da lui cacciati. Alcune leggende narrano che il fuoco fu preso da un albero che un fulmine colpì e lo incendiò, permettendo così all’uomo delle caverne di impadronirsene. Secondo il mito di Prometeo, questo Titano che avrebbe sfidato gli Dei per donare il fuoco agli uomini e gli Dei per punirlo lo incatenarono su un monte del Caucaso, con le stesse catene forgiate da lui.
Nel suo aspetto benefico ci riscalda, il suo crepitio ci rasserena, il suo colore rosso-giallo trasmette forza, ci permette di assaporare cibi dal diverso gusto. Quando guardiamo una candela con la sua piccola Luce e la dolcezza che emana, quando guardiamo in cielo i fuochi d’artificio e la bellezza delle forme che prendono stiamo osservando alcune delle qualità del fuoco. Nelle danze tribali degli indiani d’America il fuoco viene utilizzato nei riti propiziatori.
Quando ci sediamo vicini ad un camino ecco che la tenerezza nasce in noi ascoltando la voce del fuoco, con il suo crepitio e le scintille che corrono su per il camino e che sembrano tante note suonate in un sottofondo magico. L’intimità che si crea accanto al fuoco del camino è meravigliosa, come nel passato quando ci si raccoglieva in intorno ad esso e le nonne raccontavano le fiabe o le tradizioni di famiglia.
Nei sogni, il fuoco che arde compare in soggetti dalla caratteristica troppo “fredda”, cioè di coloro che controllano o reprimono le pulsioni profonde (rabbia, aggressività, passione ed eros), ammalandosi di gastrite, acne, ipertensione arteriosa, vaginiti e impotenza. Di quest’energia primaria dell’ elemento fuoco non possiamo fare a meno: ecco allora comparire nel sogno le immagini di un fuoco il cui calore avvolge e riscalda invitando a prendere contatto con quelle componenti passionali tanto temute.
Per leggere la seconda parte di questo articolo vi rimando a questo link https://www.yogavitaesalute.it/sogni-simboli-fuoco-seconda-parte/
Luciana Mologni