Introduciamo il discorso dei chakra. Conoscerli è importante per conoscere meglio sé stessi in quanto ogni chakra esprime un aspetto della propria coscienza.
Prima di proseguire ritengo utile fare un breve riassunto dei meccanismi della coscienza. L’energia segue il pensiero, se riesco a pensare in modo equilibrato ed armonico, la mia vita sarà equilibrata ed armonica, di conseguenza realizzativa, piena di soddisfazioni e di benessere. Se invece esprimo ancora pensieri egoistici, che vanno in senso contrario alla vita che è Amore, questo produce sempre disarmonia, divisione e sofferenza. E’ come nuotare contro corrente.
Però i pensieri negativi normalmente non riesco a non esprimerli perché sono “dettati” dalle immagini karmiche ancora presenti in me, che mi spingono all’azione secondo la propria volontà. Essendo inconsce ne ignoro l’esistenza, ed è su queste basi che il Buddha diceva: “la causa della sofferenza è l’ignoranza di sé”, cioè ignoro che in me esistono forze distruttive che mi spingono all’azione inconscia, che sono la vera causa della mia sofferenza.
La soluzione per uscire dalla sofferenza è quindi la conoscenza di sé, cioè iniziare un percorso di ricerca interiore che porti alla scoperta delle proprie immagini karmiche, o se preferite di ciò che è celato nell’inconscio. L’inconscio riesce a condizionarci solo perché non ne siamo consapevoli, il male in generale agisce liberamente solo quando è nascosto e non visto, ma quando ciò che è inconscio viene portato alla luce perde il suo potere condizionante, perché viene riconosciuto per quello che è, ne vediamo le motivazioni, ne riconosciamo la qualità energetica, cominciamo a vedere gli effetti che produce. Questo è il significato della parola “esoterico”, che vuol dire appunto portare alla luce ciò che è nascosto.
Attraverso un processo di conoscenza, che è espansione di coscienza, le nostre azioni non saranno più mosse dai soliti automatismi (“E’ il mio carattere, io sono così, non ci posso fare niente!”), ma saranno scelte ponderate sulla base della conoscenza delle vere motivazioni, consapevole degli effetti che queste azioni potrebbero avere. Questa è consapevolezza, altrimenti è automatismo inconscio e quindi… incosciente.
Come si esce dall’automatismo? Il Raja Yoga da millenni indica la via sintetizzata nelle parole di Patanjali: “Quando sorge un pensiero contrario allo yoga, esprimere il pensiero opposto”. Un valido strumento utilizzato da sempre per realizzare quanto prospettato è la meditazione che sviluppa la mente e la consapevolezza di sé, indispensabili attributi per non sottostare più agli automatismi della coscienza.
Ma dove risiedono le immagini karmiche? Dove è la sede dei nostri limiti? Introduciamo il discorso dei chakra. Conoscerli è molto importante per conoscere sé stessi in quanto ogni chakra esprime un aspetto della nostra coscienza. Se un chakra è luminoso e armonico, in quell’aspetto della vita io sarò armonico, agirò in modo fluido e coerente, e il risultato sarà di conseguenza armonia. Nell’esempio di prima, se Muladhara chakra è aperto e luminoso non avrò difficoltà né di lavoro e tanto meno di denaro.
Vediamo ora Svadhistana, il secondo chakra dal basso nella zona lombo–sacrale, legato prevalentemente alla sfera emotiva. Le emozioni sono sentimenti che “muovono il sangue”, cioè legati alla sfera fisica, come la sessualità. Se il chakra è bloccato avrò problemi nel relazionarmi con le mie emozioni e nella sfera sessuale. Infatti i problemi agli organi sessuali sono spesso collegati a questo chakra.
Inoltre in Svadhistana si può vedere come la persona si rapporta con l’accoglienza. Quando il chakra è chiuso, la persona avrà difficoltà ad aprirsi alla vita, ad accogliere l’altro, in genere per paura di soffrire. Accoglienza, apertura verso il prossimo e anche dolcezza sono segni di un rapporto equilibrato con le emozioni.
Manipura è il terzo chakra, dietro all’ombelico sempre lungo la colonna vertebrale, ed è legato prevalentemente ai sentimenti, al potere e all’orgoglio. In questo chakra si vede come la persona vive i propri sentimenti e quanto li esprime; si vedono chakra completamente chiusi che indicano che la persona non prova sentimenti, oppure capita di vedere un chakra che sembra un sacco con dentro dei gatti che fa capire come questa persona sia sensibile, ma non riesca ad esprimere i propri sentimenti, che quindi sono trattenuti e si agitano all’interno della coscienza.
La persona sarà condizionata da pensieri di controllo, non si permette di esprimere i propri sentimenti, ma questo non gli permette di pensare in modo armonico, perché ogni suo pensiero sarà controllato, misurato in base a quello che “crede” di potere dire o esprimere. E tutto questo è blocco che inevitabilmente produce sofferenza, il non esprimere i propri sentimenti produce sempre sofferenza sia emotiva che fisica, infatti la persona avrà sicuramente problemi all’apparato digerente, legato a questo chakra.
Un giorno capirà che se si esprime di più la vita potrà essere più completa e soddisfacente, e guarda caso risolverà anche i problemi all’apparato digerente. Ma questo non è possibile fino a quando l’immagine karmica dice: “è così! Proteggiti, non mostrare i tuoi sentimenti, altrimenti gli altri chissà cosa penseranno…”.
Anahata è il chakra del cuore ed è associato alla mente. Le malattie cardiache, così diffuse al giorno d’oggi, sono dovute ad un utilizzo non armonico della mente. Per esempio il manager troppo preso dal lavoro non ha equilibrio tra la mente, che usa in eccesso, e i sentimenti che invece sono sacrificati. Questo produce un eccesso di energia sul chakra del cuore che si scarica poi sul cuore fisico con le conseguenze che conosciamo.
Inoltre qui vi è la causa del controllo, le nostre maschere razionali, ciò che possiamo esprimere e ciò che è meglio nascondere. Vedete come il controllo, che crediamo sia una difesa contro possibili sofferenze, sia invece un limite alla nostra possibilità di pensiero positivo e costruttivo, che guarda caso è l’unica via verso il superamento della sofferenza stessa?
Passiamo ora a Vishuddha, il chakra della gola, dove si vede quanto ci realizziamo nella vita. La parte anteriore del chakra è legata a ciò che riusciamo, e soprattutto non riusciamo, a realizzare; come sintomo fisico questo si scarica sulla tiroide. La parte posteriore invece è legata a ciò che dobbiamo “mandare giù” nella vita, a causa della società, della suocera, del capo ufficio, ecc. Questo si scarica a livello fisico sotto forma di cervicale. Capite perché siamo così acciaccati?
Quanto riusciamo a realizzarci? Quanto dobbiamo mandare giù? Tutto questo è effetto di limiti interiori. Se non avessimo paura di affrontare le situazioni, bisogno di controllare la vita e maschere da sostenere, potremmo pensare in modo limpido ciò che desideriamo realizzare, e ci daremmo da fare per realizzarlo… fluidità, sequenzialità armonica tra pensiero, desiderio e azione. Quando sei in questa condizione difficilmente ti ammali, chissà perché!?!
Degli ultimi due chakra per il momento non ne parliamo perché normalmente non sono particolarmente attivi, riguardano le persone già sul sentiero. Ne parleremo in seguito.
I concetti espressi finora sono molto profondi, dovranno per forza essere approfonditi e soprattutto sperimentati. In questa sede posso solo illustrarvi un percorso che andrà sperimentato nel tempo e, mi ripeto, possibilmente sotto la guida di persone che abbiano già fatto esperienza in questo campo.
Per leggere la prima parte vi rimandiamo a questo link: https://www.yogavitaesalute.it/cosa-frena-karma-7-chakra-prima-parte
Roberto Rovatti