Tutti crediamo di sapere più o meno cosa sia la spiritualità, tuttavia non ci è facile definirla in termini concreti. Per l’uomo d’oggi resta ancora un concetto astratto, legato a dimensioni e piani di esistenza lontani dall’esperienza quotidiana. E’ nostra precisa intenzione dimostrare invece che la spiritualità partecipa della Realtà così come emozioni e pensieri, che pure non hanno una dimensione tangibile, ma di cui nessuno si sognerebbe di negare l’esistenza.
Partiamo infatti dall’assunto che l’ordito del Creato non ammette piani di discontinuità, e che la sola differenza esistente fra le sue varie componenti riguarda la frequenza vibratoria con cui si esprimono nel quadro d’insieme del Tutto. Gli adepti della confraternita di Sormouni affermavano in modo mirabile questo concetto con le seguenti parole: “Non c’è altro Dio che la Realtà. Cercarlo altrove è l’atto della Caduta”, dove per caduta s’intende appunto l’allontanamento da una visione onnicomprensiva e l’accecamento dato dalle illusioni di divisione e separatività, proprie della mente umana.
Per quanto in teoria la spiritualità possa coincidere con l’etimo della parola “religio” (cioè ricongiungimento, riunione con il Tutto) noi preferiamo scindere il concetto di spiritualità da quello propriamente detto di religione, perché essendo questa intesa comunemente in senso confessionale e rituale, non ha quei caratteri di universalità che invece quella presenta, e che saranno oggetto della nostra disamina. Naturalmente ciò non va a disdoro alcuno delle pratiche religiose, ed anzi vogliamo affermare con forza l’importanza di un Rituale Sacro nel fare da ponte fra Cielo e Terra e da canale trasmettitore di energie.
Ma, e qui entriamo nel vivo dell’argomento, la spiritualità non richiede, come invece la religione, un atto preventivo di fede, perché attiene ad un piano della Realtà che deve solo essere scoperto ed esplorato con particolari strumenti ed adeguate metodiche, non essendo riservato ad alcun privilegiato, ma piuttosto aperto a tutti e meta di tutti noi ad un certo punto del Sentiero Evolutivo che riguarda ogni essere umano.
La Realtà che ci circonda è composta da SETTE PIANI di esistenza, ognuno dei quali a sua volta si divide in SETTE SOTTOPIANI. Esamineremo più da vicino adesso il PIANO MENTALE, che nella scala gerarchica partendo dal basso viene dopo il Piano Fisico-eterico e quello Astrale. I suoi sette sottopiani comprendono quattro piani inferiori, detti della Mente Concreta, e che appunto costituiscono il MENTALE INFERIORE, e tre piani superiori, della Mente Astratta, costituenti il MENTALE SUPERIORE. Senza volerci addentrare in particolari che adesso non ci interessano, ci basti dire che questi tre sottopiani superiori sono il famoso “mondo delle idee” platonico, il regno delle idee archetipiche e quindi delle cause prime, il dominio dell’anima e del suo corpo che lì si forma e si arricchisce, detto appunto CAUSALE.
Quando, avvalendoci delle tecniche della MEDITAZIONE e della PREGHIERA, penetriamo in quei piani, facciamo il nostro ingresso nel dominio della Spiritualità e scopriamo di ritrovarci a casa, mentre tutto comincia ad apparirci chiaro intorno, come se improvvisamente ricordassimo ciò che abbiamo sempre saputo, ma che le nebbie dei piani più densi ci avevano occultato: ecco perché Platone affermava che CONOSCERE vuol dire REMINISCERE, ricordarsi. C’è una differenza sostanziale fra Meditazione e Preghiera: la prima consente il passaggio ascensionale dal mentale inferiore al mentale superiore, nella seconda il passaggio al mentale superiore avviene attraverso l’astrale superiore, cioè tramite l’aspetto altamente devozionale.
Il risultato non cambia, ma le tecniche, per essere efficaci, devono essere eseguite correttamente, nelle intenzioni e nella pratica. Una preghiera che sia semplicemente una rogatio al servizio dei desideri della personalità e non lo stabilirsi di un contatto con le dimensioni animiche al fine di riconoscerne istanze e messaggi, non servirebbe a molto, così come non sarebbe giovevole una meditazione che non riuscisse a raffrenare i moti della mente ( i Citta vritti di Patanjali ) e a portare attenzione (Dharana) all’oggetto della meditazione stessa, che poi diviene attenzione alla Vita in tutti i suoi aspetti.
Che la nostra sia una Realtà e non solo una bella teoria è dimostrato dalla seguente incredibile considerazione: quando rudi soldati e uomini d’arme, al fine di acquisire controllo e padronanza delle proprie arti marziali, si sono dedicati con successo e costanza a particolari tecniche di concentrazione del pensiero, si sono poi trovati proiettati a loro insaputa in una dimensione di spiritualità che ben poco si addiceva al loro spirito originario. Vedi l’esempio dei Samurai, dei Cavalieri, ecc.
Abbiamo così dimostrato quanto ci proponevamo: la Spiritualità non è affatto un’idea astratta e assimilabile alla religione, bensì una realtà concreta da scoprire, da esplorare, da vivere. Certo, ci vogliono le tecniche adatte, ma anche per guidare un’automobile ci vuole una patente. Ed è una realtà in grado di CAMBIARCI VERAMENTE LA VITA. Vedremo in una successiva discussione come essa oggi vada vissuta.
Per approfondire l’argomento sono disponibili i corsi di meditazione a cura dell’associazione Atman presente su quasi tutto il territorio nazionale ed in Svizzera. I corsi, tenuti da insegnanti diplomati alla scuola Energheia, sono pubblicizzati con l’indicazione delle varie località in cui si tengono sulla pagina web: https://corsimeditazione.yogavitaesalute.it/corsi all’interno del portale della consapevolezza Yoga Vita e Salute.
Giorgio Minardo