Sono Antonio Pedrazzoli inizio a muovere i primi passi nel mondo nel 1989, vivendo in un piccolo paesino alpino (Aprica) in provincia di Sondrio. A scuola me la cavo discretamente fino alla terza media, poi inizio ad avvertire come una specie di richiamo verso qualcosa che non è percepibile, ma, lascio questa sensazione, questa attrazione dentro di me, radicandomi nella mentalità montana tendenzialmente chiusa e introversa. Il liceo, lunghissimo, me lo ricordo per lo più per aver coltivato una delle mie passioni: il teatro. Un teatro che non era un’attività fine a sé stessa per realizzare uno spettacolo ecc. ma in realtà è stato uno dei miei primi laboratori di vita, dove tanti giovani e ragazzi ‘’ usavano’’ il teatro per parlare di sé, per riflettere, conoscendo quella famosa parola che ha accomunato la mia ricerca spirituale culminata con Energheia: Consapevolezza. E così quel tipo di teatro ha indagato le dinamiche umane portate in scena nei caratteri dei protagonisti, fino ad approdare anche a tematiche spirituali, approfondendo il cammino di fede di personaggi religiosi quali Don Abramo Levi e Don Michele Do. Nell’ esplorare il loro vasto spessore spirituale, con mia grande sorpresa, ho riscontrato più analogie e somiglianze con gli insegnamenti di Massimo Rodolfi che divergenze, confidando che soltanto chi calca l’unico e vero sentiero della Vita nella ricerca della Verità trova poi sintesi nell’unità e nella bellezza della Vita stessa. Gli anni della mia giovinezza sono un continuo alternarsi di esperienze sia scolastiche prima che lavorative poi in settori apparentemente distanti: vari corsi di laurea in ambito umanistico e l’esperienza lavorativa in laboratori di panetteria e pasticceria. Mondi distanti ma che sempre mi lasciavano insoddisfatto, come se non trovassi una mia strada e una mia vocazione, identificandomi con due aggettivi che mi hanno spesso ben descritto: spaesato ed inconcludente. L’arrivo a Torino sul finire del 2015, per inizialmente trascorrere le vacanze di natale con mia sorella che era in procinto di partorire, non sapendo cosa volessi fare della mia vita, nella cosiddetta crisi esistenziale, mi fece approdare ai corsi di meditazione Atman e alla decisione di intraprendere un percorso che mi avrebbe cambiato la vita: Energheia. La trasformazione di te stesso avviene nel momento in cui veramente decidi di intervenire sul primo aspetto sottile cui poni l’attenzione per capirti: la tua coscienza. Da lì sono iniziati tre anni veramente intensi di lavoro su di sé, terminati (a livello formale) con la profonda convinzione che nonostante avessi concluso il triennio della scuola, non sarebbe finito niente. Anzi, i compagni di viaggio sono aumentati, perché tanti che avevano già fatto Energheia fanno parte dell’Ashram e insegnano. Ma la cosa più importante è che il viaggio alla scoperta di sé è sempre in evoluzione. In questo pensiero ho maturato il desiderio di provare a mettermi in gioco e di propormi anche come insegnante Atman.
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