
Sanatana dharma

Il sistema castale in India
La danza della vita esprime il ritmo e l’armonia che conducono alla liberazione.
La vita è scandita da fasi, età in cui doveri, diritti, piaceri sono differenti. Esserne consapevoli, accoglierne i bisogni e le differenti richieste senza ignorare o bruciare le tappe, non solo è saggio ma è anche l’unico modo per realizzare se stessi e giungere alla liberazione. Come disse un Santo: “Io non ho mai rinunciato ad alcun desiderio o vizio, sono loro che mi hanno abbandonato”.
Nella cultura tradizionale indù, basata sulla cultura vedica, la vita di ciascun uomo si divide in 4 fasi, in ciascuna delle quali predomina uno dei 4 scopi che devono essere perseguiti perché la vita possa dirsi completa. Tali scopi riguardano ogni uomo, anche se esiste una naturale corrispondenza o orientamento fra ciascuno di essi e le attitudini dei diversi tipi umani, che trovano espressione nelle 4 caste o classi che ripartiscono la società indiana.
Gli scopi che ciascun uomo deve realizzare sono:
- Dharma, il dovere in senso lato: verso il proprio corpo, le emozioni, la mente, la famiglia, la società, la legge morale, la propria evoluzione spirituale. L’uomo è tenuto a realizzare ciò che egli è interiormente ed esteriormente, fin dalla nascita.
- Artha, i “mezzi”, l’acquisizione di beni materiali, la realizzazione sul piano sociale e la tranquillità materiale.
- Kama: la realizzazione sul piano emozionale e del desiderio, riconosciuto come una necessità della vita, con l’obiettivo di raggiungere l’equilibrio: ogni astinenza e ogni eccesso squilibrano corpo e mente, impedendo l’elevazione spirituale.
- Moksha: la liberazione finale, la realizzazione di sé sul piano spirituale, il ritorno al sostrato causale.
La realizzazione di questi scopi avviene durante l’arco di tutta la vita. In India l’infanzia è considerata un periodo di completa libertà, privo di qualunque restrizione, ma dopo la cerimonia di iniziazione, intorno ai 10 anni, i ragazzi iniziano a ricevere l’insegnamento religioso da un maestro, spesso il nonno.
- E’ la fase del Brahmacharya, l’età dello studentato; fin verso i 25 anni si studia, si sperimenta e ci si prepara alla professione che consentirà l’acquisizione dei beni materiali, necessari alla seconda fase della vita.
- Dai 25 ai 50 anni si svolge la vita famigliare. E’ la fase del Grihasta, il capofamiglia. Inizia con il matrimonio ed è caratterizzata dal lavoro per mantenere la famiglia e la struttura sociale. Nella famiglia si soddisfano i bisogni emozionali, le ambizioni, il desiderio di prosperità e di discendenza.
- Dai 50 ai 75 anni l’uomo torna a sé. E’ la fase del Vanaprastha, letteralmente “colui che dimora nelle foreste”. Dopo avere adempiuto ai propri doveri nei confronti della famiglia e della società, l’uomo torna allo studio e alla riflessione.
- Dai 75 anni inizia la fase del Sannyasa, letteralmente “rinuncia”: per alcuni vita monastica, per i più rinuncia agli attaccamenti e ricerca dell’equilibrio e dell’equanimità, nel piacere e nella pena, nella giustizia e nell’ingiustizia.
Che la saggezza della tradizione culturale indiana possa dirci qualcosa?
Per approfondire questo e tanti altri argomenti vi rimandiamo al blog https://www.yogavitaesalute.it/blog/ del portale Yoga, Vita e Salute.
Anna Shabalin